Ad essere sinceri, non ci piacciono le celebrazioni, soprattutto per ricordare la scomparsa di una persona, tanto più se si tratta di Prince. In questo primo anniversario c’è chi, affettuosamente, lo ricorda con il suo ultimo concerto, il suo ultimo twitter o la sua ultima apparizione pubblica. Noi preferiamo rimanere distaccati, soprattutto dai rumors o dalle news più o meno attendibili che si sono susseguiti in questi 12 mesi. Non vogliamo essere diversi o andare contro corrente. L’abbiamo fatto per scelta e continueremo a farlo, come continueremo a raccontare, nel miglior modo possibile, la sua storia e quello che Prince ci ha regalato di bello nella sua lunga carriera.
Questa volta vi parliamo della sua prima esibizione televisiva, quella ad American Bandstand, popolare trasmissione musicale andata in onda dal 1952 sino al 1989, su diverse emittente americane. Capiamo che qualcuno di voi potrebbe storcere il naso e sappiamo anche il perché. La partecipazione di Prince all’episodio 11 della 23° stagione di quello show è stato trasmesso il 26 gennaio del 1980, esattamente 14 giorni dopo la puntata di Midnight Special del 12 gennaio con protagonista sempre Prince. In realtà la puntata di American Bandstand è stata registrata il 16 dicembre del 1979 negli studi della ABC Television Center Studios (Stage 55) ad Hollywood, a differenza dell’altra registrata l’8 gennaio. Per questo motivo l’esibizione ad American Bandstand è a tutti gli effetti la sua prima apparizione in TV.
Le due canzoni proposte, entrambe cantare in playback, sono state I Wanna Be Your Lover e Why You Wanna Treat Me So Bad?. Entrambe erano singoli estratti da Prince, l’album pubblicato nell’ottobre del 1979. Tra i due interventi musicali, l’allora storico conduttore e produttore della trasmissione, Dick Clark, tentò invano di intervistare e coinvolgere in un dialogo Prince, il quale però rimase molto sulle sue. Quando domandò da quanto tempo suonava, la risposta di Prince fu una mano alzata con quattro dita. Più diretta, ma sempre di poche parole, la risposta data al perché del suo rifiuto di lavorare con alcune etichette discografiche. Il ragazzo, all’ora diciannovenne, replicò che aveva firmato solo con chi gli aveva garantito la possibilità di prodursi da solo. Non è chiaro se il suo comportamento era una conseguenza alla sua timidezza o all’emozione di partecipare ad una trasmissione televisiva. Qualcuno sostiene che la sua ostilità nel rispondere era stata provocata da alcuni atteggiamenti e domande del conduttore che non erano piaciuti a Prince, tipo l’esclamazione di come poteva essere plausibile che un cantante con la sua band potesse raggiungere quel successo arrivando da una città come Minneapolis. Inoltre l’intervista fatta da Dick Clark sembra sia stata decisa all’ultimo momento ad insaputa di Prince, che aveva chiesto di non essere intervistato. Con lui c’erano Bobby Z. alle batterie, André Cymone al basso, Dez Dickerson alla chitarra, Matt Fink che indossava il costume da carcerato e non da dottore che adottò successivamente e Gayle Chapman alle tastiere.
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Grazie Simone.
Correggerei solo l’anno di pubblicazione di “Prince”. Credo che Prince aveva già in mente il comportamento da tenere nei confronti dei giornalisti e il concedersi poco alle interviste lo ha caratterizzato per tutti gli anni 80.
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… grazie. 1979
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Si vedeva che era gia’ un bel tipetto, comunque io percepisco anche una timidezza di fondo che forse non lo ha mai lasciato, almeno questa e’ la mia sensazione. E’ possibile che questo elemento abbia fatto da volano all’atteggiamento poi perseguito nei confronti delle interviste pert tutti gli 80′ , solo parzialmente attenuato negli ultimi anni.
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