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Senza ombra di dubbio il Black Album è il più misterioso, bizzarro ed enigmatico album che Prince abbia mai prodotto. Prima la volontà assoluta di volerlo pubblicare entro la fine del 1987, lo stesso anno di Sign O’ The Times, senza nessuna promozione, senza nessun nome o titolo sulla copertina e poi l’improvvisa decisione di bloccare la distribuzione a pochi giorni dalla data perchè il disco, a seguito di alcuni episodi personale, era diventato per Prince troppo volgare e negativo. Da qui la scelta di tenerlo in cassaforte sino al 1994, anno in cui Prince, non ancora del tutto convinto, accetta di ufficializzarlo a seguito delle continue pressioni da parte della Warner Bros. e, stando ad alcune indiscrezioni, l’incentivo finanziario di circa 1.000.000 di dollari.
Otto le tracce in quell’album. Tra queste anche una delle più stravaganti ed insolite canzoni che Prince abbia mai scritto. Parliamo di Bob George brano che sin dal primo ascolto sembra più un monologo con sfumature hiphop che una classica canzone cantata. Parliamo di un rap alla Prince, quindi fuori dal comune, caratteristica che viene proposta anche in Dead on It, un altro brano presente nello stesso disco, dove l’artista sembra voler ridicolizzare il fenomeno del gagstar rap che alla fine degli anni ‘80 prese il sopravvento, influenzando la musica black.
Bob George fu registrata nel dicembre del 1986 al Sunset Sound di Hollywood con l’intenzione di aggiungerla alla colonna sonora che avrebbe accompagnato il party di compleanno che Prince stava organizzando per Sheila E. (12 dicembre 1986). Solo successivamente si è venuti a sapere da Susan Rogers, l’ingegnere del suono che collaborava con Prince in quegli anni, che la canzone fu incisa per “compensare” le liriche spirituali di un alto brano che Prince registrò lo stesso giorno, un gospel dal titolo Walkin’ In Glory. Un anno dopo Bob George fu scelta per il Black Album. Nella canzone Prince, oltre ad avere una voce irriconoscibile perché rallentata e camuffata per renderla metallica, assume l’identità di un innamorato che sospetta il tradimento della sua ragazza con un uomo di nome Bob. Tra insulti, volgarità e frasi violente, le chiede cosa faccia il tizio per vivere. Viene a sapere che Bob è il manager di Prince, descritto come “quel bastardo magrolino con la vocina stridula“. L’uomo geloso uccide la ragazza e finisce per essere assediato dalla polizia. Il nome è creato dalla combinazione di Bob Cavallo ex manager di Prince e Nelson George giornalista e scrittore che ha sempre avuto osservazioni negative per la carriera artistica del cantante.
La canzone fu realizzata con l’ausilio del Fairlight CMI , primo e storico sintetizzatore e campionatore digitale degli anni ‘80. Giusto per capirci lo stesso utilizzato da Herbie Hancock per la celebre Rockit. Tutti gli effetti, compresa la raffica di spari, sono stati creati con questa strumentazione. Anche se sino al quel momento Bob George era a tutti gli effetti un inedito, Prince la cantò durante ogni concerto del suo Lovesexy Tour del 1988, come penultima canzone prima di essere redento suonando la conclusiva Anna Stesia. Indimenticabile la versione ascoltata in occasione del concerto di Dortmund trasmesso in eurovisione il 9 settembre del 1988.
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Fonte:
princevault.com
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Buy and download Prince music:
itunes.apple.com
listen.tidal.com
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Bob George – Prince (1987)
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Bob George – Prince Live Lovesexy Tour Rehearsals at Paisley Park 1998
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Superfunkycalifragisexy / Bob George – Prince Live Lovesexy Tour 1988 (9 settembre 1988, Dortmund, Germany)
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Bei tempi. Ricordo che la Rai rovinò tutto con l’audio fuori sincrono con le immagini, un’ occasione persa.
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Verissimo…qualche amico che detestava Prince, si è attentato addirittura a dire che cantava in Playback per questo problema audio….devo dire In Italia in Nostro Principe aveva (ed ha) più detrattori che fans: L’Italia non lo ha mai amato.
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E’ vero, anche io ho sempre sostenuto che l’Italia non lo abbia mai amato. Volevo segnalare a tutti, Simone in testa, questo bell’articolo uscito un mese fa su Internazionale… non sono certo tempestivo, ma sono certo che chi non ha avuto modo di leggerlo, lo apprezzera’ anche in ritardo! http://www.internazionale.it/opinione/daniele-cassandro/2017/04/09/il-modo-migliore-per-ricordare-prince-e-riascolta
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Grazie. Sono sempre apprezzate le vostre segnalazioni.
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