Lovesexy è sicuramente l’album più intimo e personale che Prince abbia mai realizzato. Registrato in sette settimane, da metà dicembre 1987 a fine gennaio 1988 presso gli studi della Paisley Park, fu pubblicato il 10 maggio del 1988 per rimediare alla mancata distribuzione del Black Album (1987), disco trasgressivo e provocatorio che Prince bloccò, pochi giorni prima della sua divulgazione. Lovesexy, descritto dallo stesso autore come un “un viaggio mentale, un film psichedelico”, rappresentò con le sue canzoni spirituali e mistiche un netto cambiamento, una svolta improvvisa che disorientò pubblico e critici.
L’album è musicalmente ambizioso. La maggior parte delle canzoni proseguono sulla strada pop e rock/funk iniziata con Purple Rain, ma la presenza di arrangiamenti impegnativi rende alcuni brani esageratamente pesanti affondandoli nella loro stessa grandiosità. I fiati hanno un ruolo fondamentale in molte canzoni, mentre la celebre drum machine Linn si può ascoltare solo per le basi di When 2 R In Love, unico brano salvato dal precedente Black Album. Nel complesso si può percepire che la necessità di dover accelerare il tutto per completare il lavoro abbia in qualche modo influito sul risultato finale che è piuttosto ordinario. Poche le canzoni di rilievo. Su tutte Alphabet St. con la sua accattivamene armonia rockblues, Anna Stesia classica ballata rock con un ritmo costante arricchito da intensi cori e I Wish U Heaven che ricorda la melodia di una ninna nanna.
Il tema centrale di Lovesexy è la duplice ricerca dell’amore divino e umano. Nelle note di copertina Prince definisce la parola lovesexy come la sensazione che si prova quando ci s’innamora, non di una ragazza o un ragazzo, ma di quello che c’è in cielo. Sembra voler descrivere più un amore spirituale che un amore fisico, ed è proprio quest’amore quello che si può definire il “più sexy”. Anche l’immagine scelta per la cover del disco, un Prince sdraiato semi-nudo sui petali di un fiore gigante, doveva simboleggiare la rinascita spirituale, ma questa fu pornograficamente fraintesa. Infatti, numerosi punti vendita e negozi si lamentarono e per questo non esposero l’album in vetrina, relegandolo dietro il bancone.
La critica, soprattutto quella europea, accolse positivamente l’album. Solo nel vecchio continente vendette quasi due milioni di copie andando a rafforzare il successo che Prince conquistò con i precedenti Around The World In A Day e Parade. La risposta negli Stati Uniti fu piuttosto fredda non raggiungendo le attese previste. Con le “sole” 750.000 copie fu uno dei dischi meno venduti dall’inizio della sua carriera. Raggiunse la posizione n°11 della Billboard Top Pop Album e la n°5 nella Black Album. Prince sconsolato decise di rinviare il “LoveSexy Tour” in fase di preparazione per gli Stati Uniti e di concentrarsi inizialmente solo per quello europeo, sperando in un successivo rilancio. Dopo la tournee americana seguirono anche alcune date in Giappone.
Probabilmente questo fu il punto di non ritorno. L’ennesima delusione per il successo non raggiunto, difficile eguagliare Purple Rain, le prime accuse di negligenza rivolte verso la Warner Bros e lo staff dirigenziale, il mancato sostegno nei confronti delle pubblicazioni fatte come Paisley Park Records e in fine le prime incomprensioni sorte con Steve Fargnoli, storico manager di Prince, lasciarono capire che il rapporto artistico con la grossa major iniziava a perdere colpi.
Tre i singoli estratti: Alphabet St., Glam Slam e I Wish U Heaven. Particolarità del cd è che le prime copie distribuite non avevano la possibilità di selezionare le singole canzoni. C’era un unica traccia da 45:07 minuti quindi si era costretti ad ascoltarlo dall’inizio alla fine. Da citare anche il video del primo singolo dove compariva la celebre frase “ “Don’t buy The Black Album“
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