Doveva essere il suo primo film-documentario, ma anche il suo primo album live, e a detta del regista Chuck Statler avrebbe ottenuto il giusto successo commerciale. Invece The Second Coming è ancora chiuso nella cassaforte di Prince e probabilmente non sarà mai pubblicato.
Il periodo è quello dell’album Controversy. Il tour promozionale il 7 marzo del 1982 si ferma al Met Center di Bloomington, a pochi chilometri da Minneapolis, città natale di Prince. È questo il concerto scelto per essere immortalato. Originariamente si doveva registrare l’intera esibizione, con l’ausilio di uno studio mobile fatto arrivare appositamente da Los Angeles, per poi pubblicare un album live. Poche settimane prima di quella data pero’, il management di Prince decide di realizzare anche un video dell’evento. Per l’occasione viene interpellato Chuck Statler, regista di Minneapolis, considerato il “godfather of the music video” per la sua esperienza nella realizzazione di promotional video, cortometraggi e documentari in campo musicale iniziata ancora prima dell’avvento di MTV. Il filmato doveva servire esclusivamente come mezzo promozionale da distribuire in VHS o per essere trasmesso in TV. Per arricchire il contenuto vengono registrate interviste ai membri della band e al pubblico in attesa dell’evento. Tra queste doveva esserci anche la scena con protagonista Jon Bream, giornalista del Minneapolis Star chiamato nel backstage per un incontro in esclusiva con Prince e Dez Dickerson . In realtà si trattava di uno scherzo. Durante l’intervista Bobby Z. entra nel camerino con un fare aggressivo, urlando che voleva prepararsi un sandwich, ma che non trovava la maionese. A quel punto si arrabbia con il povero giornalista che viene afferrato per il bavero della giacca e strattonato prima che Bobby Z scaraventi a terra tavoli e piatti pieni di cibo per poi correre via imprecando. A parte questo “divertentissimo” particolare, lo show si apre con i support act Enterprize, band della zona e i The Time, ospiti fissi per la maggior parte dei concerti del tour. Il tutto viene ripreso con l’ausilio di cinque telecamere fisse e una mobile, tutte con pellicola da 16mm a colori.
Nei giorni a seguire, Steve Rivkin ed il regista Chuck Statler si mettono al lavoro e preparano una prima versione del video. Prince ne è entusiasta, ma cambia idea e da un semplice concerto live esprime il desiderio di voler realizzare un film-documentario intervallando le canzoni con delle vignette, immagini o scene che raccontano una storia, la sua storia. Il progetto prende il nome di The Second Coming, come il titolo di una sua canzone, mai pubblicata, ma incisa nel 1981 e dedicata alla profezia della seconda venuta di Cristo.
A seguito delle sue pretese, la struttura ed il montaggio vengono stravolti. Finito il tour di Controversy il documentario diventava sempre più un film con ambientazioni e scenografie esterne. Chuck Statler si accorge che lavorare con Prince non è semplice. Le scene, su richiesta del cantante, vengono girate più e più volte con drastiche conseguenze in questioni di tempo e budget. Attrezzature e personale costano. Tutto è improvvisato e Prince non si pronuncia sul perché di alcune sue decisioni. Con grosse difficoltà si arriva ad un montaggio finale che però non soddisfa Prince. Conclusioni. La realizzazione The Second Coming viene abbandonata e dimenticata in archivio.
Quella che vi proponiamo è l’intervista rilasciata dal regista Chuck Statler che racconta di quel periodo, di alcuni fatti legati alla registrazione e al ritrovamento della pellicola del film che rimarrà incompiuto sino a quando Prince non si deciderà a concedere l’autorizzazione e i diritti.
Oggi le uniche testimonianze che si hanno del concerto al Met Center sono quelle di alcuni bootleg come “Uptown Live” della 4DaFunk n° 064-065. Nel video invece si può ascoltare The Second Coming canzone suonata regolarmente come intro in occasione del Controversy Tour.
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Questa la setlist del concerto di Bloomington:
7 Marzo 1982
Prince (vox, guitar), Bobby Z. (drums), Brown Mark (bass), Dez Dickerson (guitar), Dr. Fink (keyboards), Lisa Coleman (keyboards)
The Second Coming
Uptown
Why You Wanna Treat Me So Bad?
When You Were Mine
I Wanna Be Your Lover
Head
Annie Christian
Dirty Mind
Do Me, Baby
Controversy
Let’s Work
Jack U Off
Private Joy
Fonte:
princevault.com
waxpoetics.com
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Prince tapped “godfather of the music video” Chuck Statler to helm the ill-fated film The Second Coming
Produced during the final leg of 1982’s Controversy tour, the feature was conceptualized as a documentary concert film meets glam-funk fantasy, filtered through Prince’s unique paisley-and-lace perspective.
by Tony Best / waxpoetics.com
Prince may well be the Orson Welles of funk. Mercurial, obsessive, prolific—legend continues to surround the respective genius of both artists. One notable parallel is their canon of unreleased works, which for decades have been shrouded in mystique and subjected to intense speculation. Prince’s vault of shelved material is rumored to include thousands of randomly recorded tracks, dozens of completed albums, and, much like Welles, a few movies in the can.
The Second Coming, Prince’s first attempt at filmmaking, is among these ill-fated projects. Produced during the final leg of 1982’s Controversy tour, the feature was conceptualized as a documentary concert film meets glam-funk fantasy, filtered through Prince’s unique paisley-and-lace perspective. Long mythologized within Prince fan circles, few details have leaked about this lost film other than its purported similarities to Purple Rain: a high-concept, erotically charged rock opera infused with a surreal ’80s neon motif.
Director and producer Chuck Statler—widely considered as the “godfather of the music video”—was tapped by Prince & Co. to helm The Second Coming and execute the twenty-three-year-old’s creative vision. Statler began his career as a visual artist and commercial producer before revolutionizing pre-MTV promotional videos, lensing stylized short films and documentaries for art rockers Devo, the Cars, and Elvis Costello.
Now thirty years after The Second Coming’s planned release, Statler reflects on the making of the film and his collaboration with pop music’s (then) enfant terrible.
How did your relationship with Prince develop?
Chuck Statler: I’m almost positive that I met one of his managers, Steven Fargnoli, at Minneapolis’s First Avenue in late 1981. I think it might even have been a Prince show. Someone introduced us at the bar and said, “Steven, this is Chuck Statler and he does videos for Devo.” He said he loved my work and asked if I would be interested in working with Prince on a video project. I said sure—great. That project was the video for “Cool,” the Time’s first single.
After getting the assignment, I went out to this warehouse in Eden Prairie to meet the band. When I arrived, Prince was there—it was the first time I met him. He was showing Jellybean Johnson some kind of riff on the drums, because Jellybean had a hard time keeping it in the pocket. I think Prince did most of the tracks on The Time album anyway. He definitely had a big influence on that first record.
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