Incognito, al Blue Note con il loro groove senza età

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One Nation Under a Groove”. No, non vogliamo parlare dell’album dei Funkadelic e neppure di George Clinton. Queste parole sono state dette da Jean-Paul “Bluey” Maunick per salutare il pubblico milanese che l’ha acclamato a gran voce al termine del concerto degli Incognito. Lui è l’indiscusso leader e fondatore di questo storico gruppo britannico che, dall’incontro con il dj e produttore Gilles Peterson avvenuto alla fine degli anni Ottanta, ha dato vita a quello che è generalmente descritto come acid jazz, genere musicale del quale ancora oggi sono gli esponenti più rappresentativi.

Lo scorso fine settimana gli Incognito hanno fatto tappa nel capoluogo lombardo per una serie di concerti, tutti sold-out. La location prescelta è stata il Blue Note, spazio più che adatto per ascoltare la loro musica, un perfetto equilibrio tra soul, funky e sonorità molto vicine all’R&B moderno, ma con la costante presenza di arrangiamenti sotto il segno del jazz più elegante.

No, non spaventatevi per la parola jazz. Le loro produzioni non sono un’esclusiva per stimati professionisti, non arrivano ad asciugare l’attenzione degli inesperti ascoltatori. Le atmosfere che gli Incognito riescono a creare e la passione tangibile che manifestano nell’interpretare le loro canzoni, come pure le cover che spesso propongono, sono armoniose, intense e trascinanti. La loro musica, pur non avendo mai rispettando i confini imposti dalle tendenze e dalle mode, è sempre stata moderna e attuale, quasi senza età.

Qualità musicali che abbiamo avuto modo di apprezzate anche sabato quando sul palco con il già citato “Bluey” Maunick, unico musicista sempre presente in quelle che sono state le molteplici formazioni del gruppo, si sono presentati quelli che tuttora sono gli Incognito, un variopinto insieme di straordinari musicisti, percussionisti e polistrumentisti, tutti perfettamente armonizzati per dare il giusto sostegno a Vanessa Haynes, Katie Leone e Tony Momrelle i tre bravissimi vocalists, i veri protagonisti della serata che, alternandosi o duettando tra loro, hanno conquistano con estrema disinvoltura e senza troppa difficoltà l’attenzione dei presenti.

Il sincero saluto di Jean-Paul “Bluey” rivolto agli amici di Milano ha dato il via alla loro esibizione programmata su un repertorio quanto mai appropriato, fatto di nuovi e vecchi successi. Apertura con Love Has Come Around, per poi proseguire con I Hear Your Name e Good Love, sino alla tanto attesa Still A Friend Of Mine interpretata con l’aiuto del pubblico e prolungata con improvvisazioni musicali che hanno visto protagonista prima Vanessa Haynes alle percussioni e poi Matt Cooper, tastierista del gruppo, alle prese con la batteria. Superflui i complimenti anche perché è lo stesso Jean-Paul “Bluey” che in più di un’occasione ha sottolineato la bravura dei suoi collaboratori, con i quali realizzerà il prossimo album degli Incognito.

Decisione non casuale quella di suonare Parisienne Girl, brano del 1979 presente nel primo album degli Incognito Jazz Funk, che -introdotta da un discorso celebrativo- è stata volutamente scelta per commemorare i trentacinque anni di carriera di “Bluey”. Occasione questa per dare anche la possibilità ai singoli membri della band di esibirsi nei vari assoli dimostrando così la loro notevole tecnica strumentale. Splendida la battle drums che ha visto come protagonisti il nostro connazionale Francesco Mendolia, batterista, ed il percussionista del gruppo Joao Caetano, conclusa in parità con una calorosa stretta di mano ed un “wonderful” esclamato a gran voce dallo stesso Jean-Paul “Bluey”.

Tributo a George Duke e Ronnie Jordan con Brazilian Love Affair, per poi continuare con un salto nei primi anni ’90 con due storiche canzoni: Givin’ It Up dell’album Positivity e Always There dall’album Inside Life, brani che resero celebre il gruppo.

Il finale è tutto dedicato Stevie Wonder, da sempre fonte d’ispirazione per “Bluey”, sin da quando era bambino. È nuovamente la sorprendente Vanessa Haynes che con un assolo introduce Don’t You Worry ’bout a Thing, seguita subito dopo da As, quest’ultima interpretata davanti ad un pubblico elettrizzato, che ballava entusiasta. Un giusto apprezzamento anche al Blue Note che con la atmosfera esclusiva riesce sempre ad amplificare le emozioni vissute dal pubblico, rendendo l’esperienza ancora più affascinante e significativa.

Il segreto di Jean-Paul “Bluey” e dei suoi Incognito? Sicuramente la passione per la musica, per tutta la musica, la voglia instancabile di suonare senza mai risparmiarsi e soprattutto la loro capacità di creare un feeling indelebile con il pubblico. D’altra parte se non fosse così non si spiegherebbe la loro trentennale presenza scenica.

Questo articolo è stato pubblicato anche su MusicPost.it

Il concerto è l’ultimo di una serie che li ha visti protagonisti nel weekend del 06/07/08 febbraio

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