Big Fish, non aspettatevi … “Niente di Personale”!

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Per quelli che come noi hanno una certa età e hanno conosciuto Big Fish nei primi anni ’90, questo disco potrebbe suonare in modo non convenzionale, o perlomeno non proprio come ce lo aspettavamo. Per noi, lui era il dj dei Sottotono, il producer di tanti artisti che facevano parte dell’Area Cronica Entertainment, il collettivo che, con i colleghi della Spaghetti Funk, è stato senza dubbio un riferimento nella prima e fondamentale ondata di hip hop in Italia. Negli ultimi anni siamo stati testimoni di una rivalutazione del rap nostrano, ma non scordiamoci che in realtà un’importante e vitale scena underground c’è sempre stata grazie anche a personaggi di rilievo come Big Fish.

Niente di Personale, questo il titolo del suo nuovo disco che arriva a distanza di otto anni dal debutto Robe Grosse, non può essere considerato a tutti gli effetti un disco rap. Se per quel suo primo progetto Big Fish aveva chiamato al proprio fianco Esa aka El Presidente, uno dei personaggi più rappresentativi della scena hip hop italiana, passata e recente, adesso gli ospiti convocati sono differenti in ogni traccia e diversi per genere musicale. Anche le produzioni suonano in modo atipico. Troviamo, infatti, contaminazioni electronic dance tanto forti da avvicinarsi al dubstep, che al primo ascolto ci colgono impreparati. Una sorpresa inattesa, ma non per questo deludente soprattutto se si pensa a chi li ha prodotte e alla brillante idea di abbinarle alle voci di artisti come Morgan, Andrea Nardinocchi e Arisa.

Quattordici i brani in scaletta. Tra questi tre remix firmati da Fish per dei pezzi ben conosciuti: Una storia semplice dei Negramaro, Alfonso di Levante e Tensione Evolutiva di Jovanotti in una versione tanto estrema che sembra essere firmata dal miglior Skrillex.

Le restanti tracce sono canzoni come Solo Col Mic di Caparezza sempre accompagnato dalle sue rime taglienti e bellissimi giochi di parole basati su continui doppi sensi; Mayday con J-Ax; e La Macchina Del Tempo dove Big Fish, utilizzando il suono idroacustico di un sonar da sommergibile, riesce ad accompagnare il testo poetico e teatrale di un sorprendente Rancore.

Ma la vera sperimentazione, se ci concedete l’uso di questa parola, avviene con le connessione e le collaborazioni realizzate con artisti che non sono strettamente legati al mondo rap. Un impettito e magnetico Morgan in Io faccio, un impassibile e reggaeggiante Nardinocchi per Insostituibile, mentre per alleggerire le sonorità e avvicinarsi alla dance-pop troviamo Nesli in Ballare.

In tutto il disco la musica di Fish riesce ad appassionare con tutte le sue diverse modulazioni, mantenendo l’attenzione e riducendo al minimo i momenti di noia, tanto che anche Luce Sarà con Arisa sorprende e conquista. Lasciami Leccare l’Adrenalina, canzone dagli Afterhours, qui è affidata all’interpretazione di Manuel Agnelli e riproposta con forte sonorità drum and bass.

In questo progetto Fish si presenta in veste di coach, capitano e arbitro arrivando a realizzare un buon lavoro, uscendo dal campo di gioco da vincitore, con la sua miglior squadra composta da quelle che sono le nuove voci della canzone d’autore italiana, capaci di mettersi alla prova e presentarsi davanti al pubblico in una chiave, per alcuni di loro, inedita. Ascoltatelo senza pensare al “ex” Big Fish e giudicatelo con la consapevolezza che il disco è una sfida per lo stesso autore che sembra voler cancellare gli stereotipi dei generi musicali, per contaminare tra di loro mondi sonori diversi. Isolatevi da ciò che abitualmente vi capita di ascoltare ed immergetevi in un nuovo suono, ma prima ricordatevi che, come canta Caparezza, per questo disco ci vuole tutto, ci vuole orecchio, proprio come a Holyfield!
Doppio senso tanto sottile, quanto geniale!

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