
Ho appena finito di leggere “Sweet Soul Music” di Peter Guralnick. Mi è piaciuto molto e per questo voglio consigliarvelo. La musica soul è un mondo che esprime contemporaneamente leggenda, storia ed intensità emotiva. Guralnick riesce a spiegare tutto questo.
Il libro, pubblicato la prima volta nel 1986, è considerato un classico della critica musicale, tanto che anche Nick Hornby l’ha definito il “libro definitivo”, inserendolo in una delle sue classifiche di “Alta fedeltà”.
Guralnick, scrittore e critico musicale che ha cominciato la sua carriera nella redazione della famosa rivista Rolling Stone, è probabilmente uno dei maggiori esperti di rockabilly, country e soul, i suoi tre grandi amori come dichiara nelle prime pagine della sua opera.
Nel libro racconta come, dall’incontro tra il sacro gospel e il profano rhythm’n’blues, nasce la Soul Music e come questa si sviluppa e si diffonde, sino a raggiungere il suo massimo splendore negli anni 60. Questa e la storia degli artisti che hanno reso celebre questa musica, personaggi importanti come Ray Charles, Sam Cooke, Otis Redding, Solomon Burke, James Brown, Wilson Pickett e Aretha Franklin, Isaac Hayes, Booker T. & the MGs e Sam & Dave. Ma non solo. Guralnick descriveva dettagliatamente, con l’aiuto d’interviste realizzate a produttori, autori e musicisti, quello che accadeva negli studi di registrazione della Stax, della Goldwax, della Fame o di Muscle Shoals. Celebra lo spirito d’intraprendenza di alcuni pionieri come Estelle Axton e suo fratello Jim Stewart fondatori della Stax, che danno vita a quello che l’autore definisce il vero soul, il soul di Memphis, ben differente da quello che distribuiva, negli stessi anni, la Motown.
Ma questa musica non era fatta solo di note e spartiti. Il soul raffigurava soprattutto un movimento sociale dove il sogno dell’integrazione tra bianchi e neri e la possibilità di poter finalmente raggiungere un potere economico alimentarono le speranze di milioni di afroamericani. Un sogno che però svanisce all’indomani dell’assassinio di Martin Luther King, avvenuto il 4 aprile del 1968 proprio a Memphis.
Il libro pur essendo ricco di titoli, nomi e date non è per nulla noioso, si legge con piacere e a tratti è avvincente come un romanzo. Un consiglio per chi come me, conosce solo una piccola parte della discografia degli artisti citati nel libro. Tenetevi un pc a portata di mano e quando trovate il titolo di una canzone che non conoscete, andate a cercarvela per poterla così ascoltare. Sarà più facile e divertente apprezzare quello che l’autore scrive.
The Stax Records Story
Stax Records 50th Anniversary
Otis Redding Live @ Monterey 1967 – Nel libro si parla anche della stoica esibizione di Otis Reding a questo festival.
Booker T & the MG’s – green onions
http://en.wikipedia.org/wiki/Peter_Guralnick
http://www.stax50.com/blog/
http://www.muscleshoalssound.org/
Grazie mille per il consiglio: in questo periodo mi sto concentrando proprio su questo genere di musica (e derivati).
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